Lei (Her) è un film del 2013 scritto e diretto da Spike Jonze e descrive un futuro distopico non troppo lontano nel quale i computer hanno un ruolo di primissimo piano nella vita delle persone come d’altronde si sta sempre più palesando nella società odierna. Il personaggio del film, Theodore, è un uomo solo che ha avuto problemi con l’ex moglie, è solo, parecchio instabile e si rifugia in fantasie sessuali varie per colmare la solitudine ma è tutto vano e rimane nella suo vuoto quotidiano. Un giorno, però, esce sul mercato di un nuovo sistema operativo provvisto di intelligenza artificiale, in grado di apprendere ed elaborare emozioni e sviluppare rapporti tali e quali a quelli umani, carichi di empatia ed il protagonista lo acquista, lo installa, sceglie di darle una voce femminile nelle opzioni e da qui intraprende un nuovo viaggio.
Il protagonista del film è Joaquin Phoenix e la colonna sonora di Lei è stata composta della band canadese Arcade Fire e Owen Pallett, con ulteriori pezzi scritti da Karen O degli Yeah Yeah Yeah.
Il film tratta un tema già visto spesso, quindi non originale, ma lo fa da una prospettiva umana e sociale, andando a denunciare l’isolamento perpetrato dalle persone in relazione alla tecnologia che rende apatici e passivi.
All’interno della pellicola si percepisce la volontà di portare lo spettatore a domandarsi su come i rapporti umani si stanno evolvendo all’interno della società e della cyber – collettività. Infatti in Lei viene messo a paragone il rapporto umano con il rapporto uomo – macchina e lo fa in una realtà talmente papabile e alienante allo stesso tempo che per tutto il tempo proverete una sensazione empatica forte di vicinanza e comprensione del protagonista ma anche di infinita tristezza e angoscia.
In questo film, l’intelligenza artificiale fungerà da sostituto umano, intraprendendo un rapporto ma la realtà che viene a palesarsi sempre più è che in fondo, è solo uno strumento, un codice, nulla di più. E un codice non potrà mai sostituire gli odori, le percezioni, le connessioni umane perché per quanto ben costruito e complesso, quando soffrirai non potrà mai abbracciarti, ne ridere con te e non saprai mai che sfumature prendono i solchi della sua pelle quando sorride o piange perché appunto non ne ha. E’ un sistema operativo che si adatta a te e nient’altro e questa presa di coscienza spazza via tutto il mondo platonico creatosi nella società e nella storia del personaggio.
Il film è drammatico, molto. Parte in modo drammatico, sale in un miscuglio di emozioni che apprezzi, comprendi e in cui partecipi in modo immersivo a tal punto da portarti poi verso la fine ad una rottura talmente tanto forte perché porta una realtà positiva e di speranza e proprio questo in un mondo come quello all’interno della pellicola è disarmante e porta lo spettatore a provare una scarica emotiva forte e correlata da una serie di riflessioni parallele.
Il regista è riuscito a trovare il modo di raccontare tramite un film semplice, apparentemente, ma tecnicamente ben fatto, qualcosa di molto complesso. Un connubio tra sentimenti umani e deviazione.
Unica pecca del film non è neanche della pellicola in se ma del doppiaggio italiano che non riesce a fare, forse, lo stesso lavoro di Scarlett Johansson con la voce del sistema operativo ma nulla di grave, tutto sommato è ugualmente più che godibile.
Il film riesce in qualcosa che non tutte le pellicole riescono: trasmette grandi emozioni. Si, può sembrare banale ma c’è differenza tra un bel film con un messaggio e un bel film con un bel messaggio e che riesce a travolgerti completamente senza che tu te ne renda conto. Il film è una perla del cinema che riesce a trattare un tema navigato trasmettendo qualcosa di nuovo grazie alla bellissima recitazione presente. La visione è consigliata per poter dire: “per fortuna l’ho visto” e soprattutto l’ho scoperto secondo per secondo, uscendone arricchiti.
Vi auguro una buona visione con “Lei”