In Irlanda oggi è un giorno storico: vince il “SI” all’aborto libero. Un passaggio che segna un’ epoca e attraversa il progresso. Il portavoce della campagna ‘Save The 8th‘, John McGuirk, rende noto, invece, che il movimento anti-abortista ammette la sua sconfitta.
In questo momento si stanno ancora conteggiando i voti ma gli exit poll parlano chiaro e annunciano un netto vantaggio del movimento pro aborto, circa il 60% contro il 30%
Un avvenimento simile è di grande importanza, soprattutto per una terra di radice profondamente cattolica che decide oggi di abrogare l’articolo 8 per la tutela del nascituro, al fine di evitare qualsiasi interruzione di gravidanza, anche dopo uno stupro e puniva l’aborto con pena fino a 14 anni di carcere. Divieto che ha costretto molte donne a viaggiare all’estero.

La normativa consentirebbe l’aborto senza restrizioni nelle prime 12 settimane di gravidanza, fino a 24 settimane solo in casi particolari, quindi se la donna rischia la vita o danni alla salute.
Nonostante l’Irlanda fosse stata divisa, durante la campagna, da forti contrapposizioni, ha vinto il progresso grazie alla lotta di donne, dei giovani (più vicini al si, rispetto agli anziani), gruppi politici, personaggi istituzionali e star irlandesi contro la Chiesa e i movimenti anti – abortisti.
La celebrity del pop Niall Horan, ex One Direction, scrive: “Facciamo la cosa giusta per le grandi donne della nostra nazione” e un altro appello, quello di Horan, condiviso anche dal premier liberale di Dublino, Leo Varadkar, omosessuale dichiarato e promotore di un referendum per mettere”fine ai viaggi della disperazione di troppe donne”.