Classe 1997, è diplomato al Liceo Artistico ed incide sui tronchi recisi e abbandonati della città di Roma. Il suo nome? Andrea Gandini. Il 6 Aprile si è svolta anche la sua prima mostra, “TRONCOMORTO“. L’artista restituisce ai tronchi morti e abbandonati una storia, un’identità, emozione. Le foto delle sue opere sono apprezzate e stimate da tantissimi cittadini e fanno il giro dei social e delle testate giornalistiche. Anche la Marvel, la grande casa dei cinecomics, rimasta affascinata dei suoi lavori gli ha commissionato alcune opere in giro per la città per pubblicizzare il film “Guardiani della galassia” così come vari privati. Abbiamo avuto il piacere e l’onore di intervistarlo:
Ciao, Andrea! Partiamo da una domanda semplice: descriviti in breve a tutti i nostri lettori.
Da quattro anni realizzo tagli sui tronchi abbandonati di tutta Italia ma in particolare Roma.

Abbiamo conosciuto e apprezzato dal vivo e tramite i social i tuoi lavori. Come riesci a dare una forma alla tua fantasia? I tuoi lavori li incidi direttamente sul legno o prima prepari qualche schizzo a mano, su carta, magari preso dall’ispirazione? Il legno, a seconda della tipologia, è capace di fornire una resa del tutto peculiare, si passa da una resa spigolosa ad aspra ad una dolce e modulata. Quale preferisci per la lavorazione delle tue opere d’arti?
Solitamente quando realizzo le opere in strada non parto con nessuno schizzo perché non so che tipologia di tronco mi troverò davanti. Quando faccio un lavoro per i privati realizzo sempre un progetto dettagliato sia in corso d’opera che precedentemente l’inizio dei lavori .

Quando hai cominciato a percepire te stesso come un artista?
Sinceramente non mi percepisco un artista ma come una persona creativa, e in qualità di persona creativa ho l’obbligo di sfruttare le mie capacità e metterle anche al servizio delle persone.

Quindi c’è un messaggio che vuoi mandare tramite le tue opere? O metti le capacità al servizio di chi ti commissiona dei lavori e lasci una libera interpretazione o ne segui una specifica che ti viene appunto commissionata?
Non c’è nessun messaggio che io voglio mandare attraverso le sculture bensì quello che dovrebbe arrivare ad un fruitore occasionale è un’emozione positiva, la stessa emozione che potresti cogliere leggendo una bella poesia. Teoricamente l’osservatore dovrebbe essere colto da un iniziale stupore e successivamente dovrebbe partire una riflessione sull’utilizzo dello spazio urbano, sulla fruizione del verde pubblico e soprattutto su come queste risorse verdi vadano trattate e rispettate.

Quando hai capito che la tua idea poteva diventare un lavoro? Avevi pianificato tutto o è stata una cosa inaspettata ed hai approfittato dell’occasione per vivere della tua arte?
Ho capito che questa mia attività poteva creare un’entrata economica nel momento stesso in cui ho iniziato la prima scultura e ho visto la risposta diversa che avevano le persone rispetto a una scultura tradizionale . Ora come ora le sculture per i privati rappresentano l’entrata più consistente, ma fino a qualche anno fa mettevo il cappello durante le mie sessioni di scultura accettando delle offerte e avendo dei dignitosi guadagni anche su quel fronte.
Abbiamo tanti lettori, magari tra di loro ci sono anche dei creativi come te, quindi che consigli potresti dare agli artisti che vogliono migliorare le loro capacità scultoree? In particolare, c’è qualche lettura o tipologia di studio che ha aiutato la tua formazione artistica?
Un consiglio che posso dare è di leggere molto, qualsiasi buon libro può giovare ad un creativo in 1000 modi differenti. Sono contrario a nominare dei libri che possano “cambiare la vita “ bensì è la lettura a cambiare la vita e i singoli libri fanno parte di un percorso più lungo.
E’ un piacere vedere un ragazzo impegnare anima e corpo in un’arte che restituisce bellezza e decoro urbano, riqualificando sia i mezzi e gli strumenti usati, sia il contorno in cui le sculture risiedono. Un ragazzo che pare fondersi e regalare parte di se stesso ai suoi lavori come un grande amore per il mondo, un luogo dove non muore niente ma tutto rinasce, può e deve farlo come fanno i tronchi di Andrea Gandini.
Tutte le foto e le info sulle sculture sono state prese dal sito ufficiale di Andrea Gandini: andreagandini.art/opere/golia
[Ringrazio per la collaborazione Gaetano Favara e Carla Livolsi per aver messo a disposizione le loro competenze da studenti d’arte all’interno dell’intervista.]